domenica 26 aprile 2009

Filetto aromatico al pepe rosa


Per coccolare la mia bimba che avrebbe passato il fine settimana all’ospedale (per controllare i suoi indesiderati e dolorosi calcoletti renali), l’altra sera ho cucinato un filetto di vitella. Solitamente, per molti motivi, evito la carne di vitella, ma quella di vitellone non è consigliata per lei, e quindi…
Volevo proporre un piatto un po’ diverso, quindi ho pasticciato un po’, e questo è il risultato che, devo dire, ha riscosso parecchio successo. L’idea mi è venuta semplificando il procedimento che serve a preparare il Prosciutto glassato al forno, che servo a Natale.


Filetto aromatico al pepe rosa

1 filetto di vitella di circa 800-900g
½ tazza di sciroppo d’acero
½ cucchiaino di zenzero in polvere
1 cucchiaio di pepe rosa
Una grattugiata di noce moscata
Un pezzettino di stecca di cannella
½ stecca di vaniglia
Olio e.v.o, sale, pepe.




Porre il filetto in una teglia con poco olio e.v.o
Versare lo sciroppo d’acero in una ciotola e unire tutte le spezie, il sale. e il pepe. Spennellare con questa mistura la superficie dell’arrosto. Poi infornare a 250° per ca. 10 minuti, quindi abbassare e continuare la cottura bagnando spesso con la mistura speziata. Al termine ( il filetto è migliore se poco cotto, ben rosato al centro) togliere l’arrosto dalla teglia, mettere questa sul fuoco di un fornello e bagnare con ½ bicchiere di vino bianco molto secco, o anche acqua: staccare bene il fondo di cottura con una spatola, poi spegnere, versare il sugo sulla carne e servire.
Io li ho portati in tavola con un contorno di passatelli, che hanno assorbito un po’ di sughetto e sono piaciuti molto, ma andranno benissimo anche spaetzle, un semplice purè o verdurina ripassata al burro.

venerdì 24 aprile 2009

Due ricette di "riciclo"





Ma succede anche a voi di ritrovarvi il venerdì mattina con il frigo pieno di avanzi della settimana, e di non sapere proprio che farne, dato che avete deciso di trascorrere il week-end fuori casa? Stamattina ho pazientemente estratto contenitori e piattini vari, e li ho fissati sconsolata... buttare tutto? Non se ne parla. Non solo per la crisi incombente, ma proprio perché buttare il cibo mi pare davvero vergognoso.
E allora? Tra le altre cose ho recuperato ½ coniglio, dei finocchi già passati al burro, qualche uovo, del parmigiano,1 bicchiere di latte, dei pinoli scampati al pesto di martedì scorso. E poi capperi, olive e acciughe salate, pochi e tristi nei loro vasetti . Certo, ho la semola Senatore Cappelli, che mi è arrivata qualche settimana fa, a seguito di una acquisto on-line da un mulino che produce farine biologiche di qualità.
Al lavoro, allora!







Pappardelle Senatore Cappelli alle erbe, con ragù di coniglio.

Per la pasta:

250 g semola Senatore Cappelli
50 g farina 00
2 cucchiai di erbe tritate fini ( maggiorana, timo, rosmarino, salvia, prezzemolo…)
Sale, acqua

Per il ragù:

½ coniglio
1 cucchiaio di pinoli,
5 olive
1 acciuga salata,
1 cucchiaio scarso di capperi,
timo,
1 foglia di alloro,
2 spicchi aglio,
1 cipollotto di Tropea,
1 bicchiere vino bianco
Olio extra vergine



Per la pasta:

Impastate in una ciotola le due farine, il trito di erbe, il sale con la necessaria quantità d’acqua. Stendete la sfoglia e, con l’aiuto della vostra macchina della pasta o a coltello, formate delle pappardelle che poi stenderete ad asciugare su un canovaccio.

Per il ragù:

Per prima cosa mettete il coniglio a marinare per circa mezz’ora in acqua e aceto. Questo toglierà l’odore di selvatico, particolare del coniglio.
Poi sciacquate ed asciugate bene. Tagliate il coniglio disossato in pezzetti piccoli.
In una casseruola (possibilmente di alluminio), scaldate qualche cucchiaio d’olio e.v., due spicchi d’aglio; unite un cipollotto tritato grossolanamente con 4-5 olive taggiasche, un cucchiaio scarso di capperi, un’acciuga dissalata. Fate rosolare dolcemente, poi unite il coniglio, una foglia di alloro, i pinoli ed alzate la fiamma. Fate dorare poi deglassate con un bicchiere di vino bianco. Lasciate ridurre bene, poi coprite a filo con acqua, salate e coprite e fate cuocere per circa mezz’ora . Unite ora un trito di timo e versate in questo sugo le pappardelle che avrete preventivamente lessato molto al dente. Mantecatele con un filo d’olio e.v. e un po’ di parmigiano, cospargetele con un po’ di prezzemolo e servite.



Non sapevo davvero cosa inventarmi per il secondo… è già, perché un piatto solo è davvero mal visto a casa mia! Le mie figlie “mugugnerebbero”, preoccupate e depresse! Non potevo però servire ancora troppe proteine, dopo un primo così sostanzioso e allora ho pensato di recuperare i finocchi avanzati, facendone un tortino e “smaltendo” un po’ del tanto pane secco che non so mai come terminare: Ma anche voi ne avete le dispensa piena?









Tortini di finocchi


Ingredienti per 6 persone

Ca.100g di pane secco
2 uova
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
2 cucchiai di ricotta
1 cucchiaio di pinoli
1cipollotto
1 spicchio d’aglio
1 tazza di finocchi rosolati al burro
1 cucchiaio di timo fresco sforbiciato
1 bicchiere di latte
Sale, pepe, olio e.v.
burro e farina per gli stampini



Mettete il pane secco a bagno con un po’ di latte e acqua e lasciatelo ammorbidire, poi strizzatelo bene e trasferitelo in una ciotola. Aggiungete le uova, il parmigiano, la ricotta. Tritate i finocchi e uniteli al composto. In una padella rosolate dolcemente in poco olio un trito di aglio e pinoli, unite il cipollotto e fate ammorbidire, poi aggiungete il tutto agli altri ingredienti. Mescolate bene, unendo per ultimo il timo, che io non trito mai, ma taglio con le forbici, per non disperdere il profumo. Imburrate e infarinate 6 stampini monoporzione, riempiteli con il composto e infornate a 180° per ca. 30 minuti

Si possono fare anche con altre verdure (avanzate o no): con le carote, ad esempio, sono buonissimi!

giovedì 23 aprile 2009

Quatre-quart agli agrumi e vaniglia





Sarà perché è tornato il sole, sarà per la nostalgia del mio recente viaggio in Sicilia, di cui presto vi racconterò, fattostà che oggi mi è venuta una voglia golosa di un dolce profumato, agrumato, fatto di limoni, zucchero e arancia. Niente di complicato, per carità, un semplice Quattro quarti, ma aromatico e soffice. Così questa mattina presto l'ho sfornata per la colazione. Che meraviglia! La casa profumava di agrumi e spezie,e noi abbiamo gustato il dolce con una deliziosa tazza di tè al gelsomino.

Quatre- quart agli agrumi e vaniglia

Ingredienti:
4 uova
Lo stesso peso in zucchero
Lo stesso peso in burro
Lo stesso peso in farina
succo di un’arancia
succo di un limone
le buccia d’arancia e di limone
1 baccello di vaniglia
1 bustina di lievito per dolci
Sale

cardamomo, qualche bacca
cannella, 1/2 cucchiaino


Grattugiare la buccia degli agrumi. Spremere l’arancia e il limone e raccoglierne il succo in una ciotola. Aprire la bacca di vaniglia, grattarne bene la polpa e i semi e mettere il tutto in infusione nel succo. Lavorare i tuorli con lo zucchero fino a quando non saranno diventati bianchi e spumosi. Aggiungere il burro fuso freddo, il sale, la scorza grattugiata di limone e arancia, il succo filtrato. Setacciare insieme la farina e il lievito e aggiungere a cucchiaiate continuando a mescolare. In ultimo aggiungere con delicatezza gli albumi montati a neve. Sistemare il composto in stampo per torte (diametro 24cm) o per plum cake e cuocere a 160°C per 45minuti (5 minuti a riposo nel forno spento). Fare raffreddare bene il dolce, spolverizzare con zucchero a velo e servire, decorando la superficie con fiori o bucce di agrumi.
Se volete dare al vostro dolce un profumo un po’ più arabo, mescolate alla farina 2 bacche di cardamomo pestate e ½ cucchiaino di cannella.

mercoledì 22 aprile 2009

Crema leggera di fave, pisellini e cipollotti.





Una ricettina veloce, facilissima, povera….ma tanto buona.
Con questo tempo capriccioso, che ci innaffia quotidianamente e ci nega i raggi tiepidi del sole, una zuppetta delicata, confortante, con tutti i freschi profumi della Primavera:

Crema leggera di fave, piselli e cipollotti.

Ingredienti:

2 tazze di pisellini freschi,
1 tazza di fave fresche sbucciate,
2 cipollotti di Tropea,
1 zucchina con il fiore,
1 ciuffo di origano fresco,
olio e. v., sale




Rosolate dolcemente in poco olio i cipollotti tritati, unite la zucchina tagliata a dadini, i piselli, le fave. Coprite con acqua, salate e fate sobbollire per circa 20 minuti, coperto. Frullare con il frullatore ad immersione, aggiungete abbondanti foglie di origano fresco ( se non lo trovate usate la maggiorana) e condite con un filo d’olio.
Io l’ho mangiata così, senza pasta o crostini.
E’ dolce e coccolante!

martedì 21 aprile 2009

Slow Fish 2009 - Buono, pulito e giusto







Si è conclusa ieri pomeriggio l’edizione 2009 di Slow Fish e già dopo poche ore fioccavano critiche e polemiche.
Non che io sia immune dai “mugugni”, figuratevi! Non per niente sono genovese anch’io, ma a dir la verità a me è piaciuta.
Ed è piaciuta a molti, se i visitatori sono stati 55.000 e se lunedì pomeriggio l’unico banco del Mercato che vendeva ancora “pesce” era questo:





Se quelli della foto erano in effetti pesci in terracotta smaltata, tanti, anzi, tantissimi sono stati quelli venduti, puliti, cucinati nei quattro giorni di Slow Fish. (E tantissimi sono quelli che io ho mangiato!)



Tanti sono stati gli esperti, gli addetti ai lavori e i cuochi, che di pesce ci hanno parlato e di pesce ci hanno cibato! Prossimamente vi parlerò delle buonissime ricette che ci sono state insegnate e che io, diligentemente, ho raccolto.



All’insegna del Buono, Pulito e Giusto si sono svolti Laboratori del gusto, seminari, Approfondimenti e Incontri con Cuochi, Biologi, Veterinari.
Buono, pulito e giusto, quindi, perché abbiamo diritto al piacere e ne hanno e avranno diritto anche le future generazioni. Dobbiamo quindi tutelare le specie in estinzione (tonno rosso e pescespada, ad esempio), privilegiando per il nostro nutrimento altre specie meno “pregiate”, ma altrettanto, se non più, gustose ed anche economiche: sugarelli, sgombri, occhiate, acciughe, bughe….
Sapete che sempre più spesso il Salmone affumicato non è affatto tale, ma è stato semplicemente “siringato” con una forte dose di “Sapore” di affumicato?
E che ne dite di una bella scorpacciata di monossido di carbonio? E’ quello che da commercianti senza scrupoli viene usato per conservare molluschi e dare colore rosso vivo alle carni dei pesci.
Nel corso del 2005 i 30mila controlli effettuati dalle unità navali e le oltre 130mila ispezioni ai punti di sbarco ed alle attività commerciali hanno portato, al sequestro di circa 250mila chili di prodotti ittici.




Belli gli incontri con le Comunità dei Pescatori, con i Produttori pieni di entusiasmo e pronti a regalarti un sorriso e due consigli!




E questo è quello che mi sono portata via da Slow Fish!


venerdì 17 aprile 2009

Cominciamo.... bene, spero!

Ma diciamo la verità. Si sentiva il bisogno di un altro blog in rete? L’ennesimo blog che tratta di cibo, ricette, viaggi, esperienze personali …
No, francamente no. Anzi, non ne possiamo più!
E allora pazienza. Io lo faccio lo stesso. Perché?
Perché mi piace scrivere, mi piace cucinare, mi piace leggere e viaggiare, conoscere luoghi, persone e culture nuove. Perché mi piace imparare cose nuove e vorrei continuare a farlo. Anche qui su queste pagine che, se vorrete, leggerete.
Per ora, lo so, scrivo solo per me stessa. Più tardi, chissà…