mercoledì 29 luglio 2009

Grenada e una zuppa di zucca al cocco.


Qualche anno fa, durante un viaggio splendido tra paesaggi tropicali e mari di cristallo, sono sbarcata in un’isola piccola, lussureggiante, dal magico profumo di noce moscata.
Le sue spiagge bianchissime, il cielo immenso, le colline così a ridosso della piccola città che ricordano un paesaggio ligure, le persone gentili e solari che la abitano, la luce chiara e i colori smaglianti: tutto, di Grenada, mi è rimasto nel cuore.
E nell’isola ho incontrato una giovane donna italiana, che anni fa ha lasciato la sua casa e il nostro Paese per trasferirsi in quell’angolo di paradiso. Il racconto del suo nuovo stile di vita è emblematico per ricordarci quanto superfluo ingombra la nostra quotidianità. Indossa abiti pratici e semplici e sandali graziosi, abita in una splendida, essenziale, confortevole casa di legno su una spiaggia d’incanto, ai margini di una foresta canora di piccoli pappagalli colorati. Non ha nulla di più o di meno di quel che serve: ha un sorriso sereno, lo sguardo luminoso e il sorriso immediato. Accompagna turisti spesso capricciosi, spiega la storia dell’isola, racconta di spezie, di schiavi, di povertà e lacrime, di riscatto ed orgoglio. Sempre con voce pacata, gentile. E racconta, di quelli che furono schiavi, la cucina povera e buona:il pesce, le verdure, i profumi di frutta matura.
E mi ha detto di fare una zuppa speciale, a me che amo la zucca. Con cocco, e noce moscata. Che rivela tutti gli intensi profumi dei Caraibi.


Zuppa speziata di zucca e latte di cocco.


500g zucca gialla
1l. brodo di pollo filtrato
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
2 coste di sedano bianco
200g latte denso di cocco
1 mazzetto di cilantro (coriandolo fresco)
2 peperoncini verdi dolci
Noce moscata q.b.
Olio e.v.o., sale, pepe bianco

Pulire e decorticare la zucca, tagliarla a pezzetti. Affettare la cipolla. Tritare metà mazzetto di cilantro e tagliare a tocchetti il sedano.
In una casseruola versare qualche cucchiaio di olio e far rosolare l’aglio, la cipolla , il sedano. Unire una cucchiaiata di cilantro tritato. Aggiungere la zucca e rosolare piano. Coprire con il brodo di pollo e portare a metà cottura. Aggiungere il latte di cocco, salare e pepare. Far terminare la cottura (in tutto circa 30 minuti ca.). Versare nelle ciotole, spolverare di noce moscata, decorare con il peperoncino dolce a fettine sottili, fogliette di cilantro e un filo d’olio.

martedì 28 luglio 2009

I fichi e la bruschetta del pescatore.



Un antipasto velocissimo ed appetitoso, con tutti i profumi del mediterraneo, antico e con un tocco di inconsueto.
Me lo insegnò, molti anni fa, un vecchio pescatore di Albissola; un pescatore tanto vecchio, che aveva viaggiato, poco più che ragazzo, su navi a vela : quelle che facevano il giro del mondo e portavano i marinai lontano dalle loro case per mesi e mesi, a volte per anni interi.
Il ” mio” pescatore, che oggi, come tante cose vecchie e buone , non c’è più, assomigliava tantissimo a quello della canzone: non sorrideva molto, era brusco e schivo, ma aveva mani grandi, brune e forti, dalle dita nodose, per l’antica fatica e per la nuova pena dell’artrite che lo tormentava. Sapeva costruire per i bambini bellissime case di sughero, che poi mettevamo nel Presepe, a Natale. E un pomeriggio d’estate, mi volle regalare un pane tagliato fresco, con una carezza d’aglio nuovo, il fico schiacciato con la lama del coltello brunito che aveva sempre con sé, un’ acciuga “pescata” dalla latta della salamoia e poi sciacquata veloce, sotto la cannella che gorgogliava sull’arenile. Uno squisito, fragrante morso d’estate.
E’, come dicevo, una ricetta antica, fatta di fichi freschi e maturi e di acciughe sotto sale, di aglio profumato e di olio extra vergine.

La bruschetta del pescatore.




4 fette di pane casereccio
1 spicchio di aglio
4-5 fichi grandi e maturi
2 acciughe sotto sale
Olio e.v.o.

Pulire e sciacquare bene le acciughe. Pulire e mondare i fichi. Tritare a coltello le acciughe e i fichi.
Sfregare lo spicchio d’aglio sulle fette di pane, spalmarle con il trito preparato e terminare con un filo di olio e.v.o.
Per i più coraggiosi: qualche anello di cipollina fresca, tagliata fine, sopra a tutto!


Questa ricetta partecipa alla raccolta di Sapori diVini, di Sabrina e Luca

domenica 26 luglio 2009

Torta di pesche caramellate con yogurt e mandorle



Vi è mai successo di iniziare a cucinare un piatto partendo da un ingrediente che si vuole assolutamente utilizzare? Che so, una manciata di uvetta dimenticata in dispensa, due melanzane un po’ depresse e languorose nel fondo del frigorifero, un bicchiere di latte che non si ha voglia di bere, ma non si può certo buttare.
Bene, l’altro giorno mi sono svegliata con l’”incubo yogurt”. Vi spiego: a casa mia nessuno ama lo yogurt, ma apprezzano tutti molto i dolci preparati con la bianca morbida consistenza dello stesso! E io compro yogurt, rigorosamente biologici, che poi magari dimentico in frigo..questo poverino stava perdendo le sue forze, avvicinandosi pericolosamente alla data di scadenza. E io mi lambiccavo il cervello, studiando, ancora semiaddormentata nell’afa calma e silenziosa di un’alba canicolare, in quale preparazione schiaffare il summenzionato vasetto agonizzante. Poi dal fondo della mia memoria provata dalle fatiche di queste simil-vacanze, e pure un poco dall’età, è sgorgato il rivolo fresco del ricordo di una preparazione di Donna Hay, una torta di albicocche caramellate, che ovviamente con il mio yogurt non aveva proprio nulla a che fare … e ovviamente qui al mare non ho portato il suo testo… ma tant’è! Ecco qui: non avevo le albicocche ed ho usato le pesche. Ci ho messo le mandorle, perché si! Ho usato le dosi che mi sembrava andassero bene, insomma il risultato è questo qui. E la torta era proprio buona.

Torta di pesche caramellate con yogurt e mandorle.



Per il caramello:
200g zucchero
100g acqua
60g burro demi-sel
3 pesche gialle
50g mandorle a lamelle
Per la torta:
300g farina
1 vasetto di yogurt bio
3 uova
200g zucchero
100g burro
2 cucchiai di marsala secco (ma l’amaretto sarebbe stato senz’altro meglio)
1 bustina lievito vanigliato

Per il caramello:
In una pentola, su fuoco basso, versare lo zucchero e l’acqua, mescolare e far sciogliere lo zucchero. Alzare la fiamma e cuocere senza più mescolare fino ad ottenere una bella doratura dello sciroppo. Togliere dal fuoco, unire il burro, mescolando rapidamente e versare sul fondo di una tortiera di ca.24 cm.
Per la torta:
Lavorare nell’impastatrice , o a mano, il burro e lo zucchero. Unire le uova una alla volta, poi lo yogurt, il marsala ed infine la farina setacciata con il lievito.
Disponete le pesche tagliate a fette nel caramello, unite una manciata di mandorle ridotte in scaglie, poi versate il composto della torta.
Infornate a 160° per circa un’ora.
Fate riposare 10 minuti prima di rovesciare la torta in un piatto e servire.

giovedì 23 luglio 2009

Street food e Samosa a modo mio!



Di cibo di strada ne ho già parlato qui ed anche qui e che mi piaccia proprio molto l'avete capito! Ogni tanto, così, lo ripropongo: da portare in spiaggia o ad un picnic è l'ideale.
Ciò che più mi piace degli antichi cibi di strada è che spesso una pietanza esotica assomiglia incredibilmente ad una "nostrana". Lo abbiamo visto negli stecchi di origine magrebina, così simili ai nostri antichi liguri, e lo vediamo oggi con le Samosa, piatto comunissimo nel Sud-est asiatico, ma anche in Asia Centrale e del sud, nel Corno d'Africa, nella Penisola Arabica e che in Portogallo si chiama chamuça.

Si tratta di un guscio di pasta fritta di forme diverse( piramidale o triangolare o semicircolare) con un ripieno di patate, cipolla e piselli, od anche farcita con un ripieno di carne macinata o pesce. Il ripieno, le dimensioni, la forma di un samosa, così come la consistenza della pasta utilizzata, possono variare notevolmente. Spesso è piccante e viene mangiato con chutney*, come anche con la menta, il coriandolo o il tamarindo.

Può essere uno spuntino, accompagnata da tè (chai) o caffè; può esser parte di un pranzo - o sostituirlo; può essere preparata anche come dolce, ripieno di frutta secca, miele.
Le samosa sono in genere servite assieme ai tradizionali accompagnamenti di yogurt, chutney, coriandolo, cipolla tritata e chaat masala**.

Guardatele bene:le samosa assomigliano indubbiamente ai nostranissimi panzerotti!!

Le mie figlie adorano le Samosa, sia quelle "vere", gustate nei viaggi all'estero o nelle feste etniche della nostra città, sia quelle " a modo mio" (parafrasando il nome del blog deliziosodi un'amica).


Samosa a modo mio



Per la pasta (ma se non ho voglia di farla a mano, uso la pasta fillo)

300g farina
150g burro liquefatto (o 80 di burro chiarificato - ghee;)
acqua fredda
sale

Per i ripieni:

a- 100g carne trita, zenzero, coriandolo fresco (o prezzemolo), curry, sale, aglio, 1 cipollotto, olio e.v.o o ghee.

b- patata lessa, peperoncini dolci verdi, cipolla, menta fresca, olio e.v.o.

c- zucchini, pancetta, sale, menta fresca


Per la pasta: mettere nell'impastatrice la farina e il sale.. Unire il burro e imastare, unendo acqua freddissima, fino ad ottenere un impasto asciutto ed elastico.
Mettere in frigo fino al momento di usarlo.

Per i ripieni:

a- soffriggere in padella il cipolotto tritato, unire l'aglio - se piace tritato fino- poi la carne. Farla saltare rapidamente, unire il curry, lo zenzero grattuggiato, il prezzemolo tritato.

b- Soffriggere leggermente in olio e.v.o. la cipolla tritata, unire i peperoni dolci, poi la menta fresca.Schiacciare la patata lessa con una forchetta e unirla al composto, mescolando bene.Spegnere e far raffreddare.

c- rosolare in padella la pancetta a cubetti, unire gli zucchini e far saltare. Salare e unire la menta fresca. Spegnere e far raffreddare.


Stendere la pasta sottilissima. Tagliare dei cerchi di ca. 10 cm di diametro. Mettere al centro un poco del composto scelto e chiudere bene, sigillando i bordi.
Disporre le samosa su una teglia rifasciata di carta forno. Infornare a 180° per circa 15-20 minuti.

mercoledì 22 luglio 2009

Cocchi freschi!



Sulla spiaggia della mia infanzia c'erano alcune figure indimenticabili: Filomena, la bagnina dei Bagni Miramare di Albissola Marina, di cui noi bambini avevamo una paura terribile e un rispetto assoluto; l'omino che arrivava gridando, nei pomeriggi di calura, con una gran scatola in legno laccata di bianco, retta a tracolla da cinghie di corda. Bomboloni caldi! gridava l'omino, ed estreva soffici, fragranti pagnottelle, appiccicose di zucchero, che si spaccavano al primo morso, sciogliendo il loro cuore cremoso sui nostri pancini abbronzati.
E c'era un'altro omino, di solito un ragazzo, abbronzato, magro e scattante, con l'accento, per quei tempi, "foresto". Anche questo gridava, portando di ombrellone in ombrellone un gran cesto sottobraccio. Coccooo! Cocco fresco! Signo' vulite 'o cocco pa' criatura? E i pezzetti bianchi, lucidi, freschi e succosi occhieggiavano da grosse latte piene d'acqua, dove nuotavano lenti, in attesa che le pinze di ferro li pescassero, per la felicità dei più fortunati tra noi.

E pensando a quelle merende lontane, a quel cocco fresco e fascinosamente esotico, vi lascio oggi una ricetta che, una decina di anni fa, ho trovato sul database di CI. E' un primo delizioso, gradevole nelle giornate calde, elegante nelle cene in terrazza, in un barbecue in giardino...dove volete voi!

Riso aromatico nei cocchi.




Riso basmati o thai 250g, cipolla bianca 200g, 2 noci di cocco, un peperone verde, curry, lime, menta, prezzemolo, olio e.v. sale.


Riducete la cipolla ad anelli, metterla in un colapasta, salarla e lasciarla spurgare per 3 ore.
Lessare il riso in acqua salata, scolarlo e farlo raffreddare.
Spaccare a metà le noci di cocco e svuotarle dalla polpa.
Condite il riso con circa 80g di polpa di cocco a dadini, il peperone tagliato in dadolata, un pizzico abbondante di curry, sale, la cipolla strizzata, l’olio, succo di lime, menta e prezzemolo tritato.
Mettere il riso nelle mezze noci di cocco e portare in tavola.

martedì 21 luglio 2009

Passeggiate nell'orto. Quiche ai fiori di zucca.



Mi piace al mattino presto, o verso sera, passeggiare in giardino, assorbendo profumi e rumori: il frinire ossessivo delle cicale, che preannunciano il sole ardente; l'aspro odore pungente della ruta, il dolce profumo del fiore di ligustro, i colori teneri delle rose, la fragranza antica della lavanda, l'eleganza fin de siècle delle ortensie, l'imponenza ombrosa dei pini marittimi. Ma mi piace, nel fresco delle primissime ore del mattino, curiosare nel piccolissimo orto che mia mamma, giocando un poco alla Maria Antonietta della Riviera, ha voluto creare in una "fascia" appartata(per chi non lo sapesse, le "fasce" sono i terrazzamenti liguri, che permettono di coltivare o comunque fruire di terreni in forte pendenza)

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E nell'orto della nonna crescono erbe aromatiche, bietoline dal sapore ineguagliabile, qualche pomodoro saporoso, caldo e profumato di sole, e piccoli zucchini teneri, dall'ampio fiore bellissimo.
E proprio con questi fiori grandi e croccanti ho cucinato una quiche davvero buonissima, la cui ricetta ho trovato su una rivista di cucina ma che ho modificato fino a renderla buona come piace a noi.
E' vero che vi ho appena proposto una quiche con zucchini...oh, ma che ci posso fare se vivrei di torte salate, in questo periodo? Sono facili, buone, nutrienti, si trasportano che è un piacere - spiaggia, picnic, ecc.- e in più si cucinano rapidamente, utilizzando il forno. Che, al contrario di molti, trovo comodissimo in estate: sbatti dentro la tua teglia e te ne esci dalla cucina, senza dover stare a lungo davanti ai fornelli!! E visto che gli zucchini, e pure le quiches, piacciono tanto ad una mia "amica" di FB, questa la dedico a Diana.

Quiche ai fiori di zucca.



1 rotolo di pasta sfoglia
16 fiori di zucca
100 g. ricotta
100 g. prosciutto cotto
50g parmigiano reggiano
200g panna
2 uova + 1 albume
maggiorana
noce moscata
sale, pepe bianco

Rivestire di pasta sfoglia una tortiera - retangolare o rotonda.
Pulire i fiori di zucca, togliendo loro la "candelina" interna, senza romperli.
In una ciotola mescolare due o tre fiori di zucca tritati con la ricotta, due terzi del parmigiano, il prosciutto tritato, le fogliette di maggiorana fresca tritate. Unire l'albume leggermente montato. Salare e pepare.
Riempire con il composto i fiori di zucca e disporli nella teglia preparata.
In una ciotola sbattere leggermente le uova con la panna e il rimanente parmigiano. Unire una grattatina di noce moscata. Versare sui fiori di zucca ripieni e mettere in forno a 190° per circa 40 minuti.

sabato 18 luglio 2009

Tempo di sagre. Tempo di Feste !



L'estate, si sa, è tempo di sagre.
Non so a voi, ma a piacciono. Mi fanno tenerezza, forse un poco di buona malinconia. Sono lo specchio garbato, forbito ed un po' sciupato di una società che non c'è più: i balli tra due vecchie zie, i ragazzi che guardano, i vecchi che rivivono un sorriso di giovinezza, nel passo un po' faticoso della danza antica, il cibo come gioia di stare insieme, il chiasso dei bambini,l'abbaiare di un cane.
E l'altra sera eravamo a Magliolo, paesino alle spalle di Pietra Ligure, a mangiare polenta e funghi, porchetta arrosto e deliziose frittelle salate di zucchine o dolci di mele e uvetta.







L'estate è anche tempo di Feste. Feste dell'Unità, si chiamavano un tempo. Per il quotidiano del Partito,certo, ma forse anche per un'idea di unità, appunto, di compartecipazione. Oggi sono le Feste Democratiche. Ed anche qui si balla, si mangiano ravioli al ragù e salsicce ai ferri, si ride, si sta insieme.
E ieri sera ero alla Festa della Val Polcevera.











E ho incontrato tanti giovani belli, allegri, generosi del loro tempo e dei loro pensieri. Accanto agli anziani che raccontavano di Resistenze e di vite dure e difficili, loro ascoltavano con rispetto e ammirazione.
E ridevano e cantavano e cucinavano e discutevano, del mondo che vogliono costruire, di ciò che abbiamo lasciato loro e di come lo vogliono cambiare, del loro presente e del loro futuro, con rigore, onestà e limpidezza. Sono fiera di questa gioventù sana e fattiva, che passa i suoi sabati a fare crepes e ad organizzare le proprie vacanze nelle tendopoli in Abruzzo, non in discoteca o in qualche resort modaiolo! Grazie ragazzi, perchè ci siete e siete così e forse saprete costruire un mondo più giusto e più pulito. Noi non ne siamo stati capaci.
E fate buone vacanze all'Aquila!









martedì 14 luglio 2009

Oggi sciopero!





“Adesione all’appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana”.



Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.

Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.

Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.

I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.

La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.

Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.

Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: "Non vogliamo farci imbavagliare".

Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. - scarica il logo banner.jpg

Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.

Alessandro Gilioli
Guido Scorza
Enzo Di Frenna

lunedì 13 luglio 2009

Autostrada. Quiche di zucchine e pancetta affumicata.



"E la chiamano estate..." un cantante dalla voce di velluto, tanti anni fa.. Allora il problema era l'assenza della donna amata....oggi, per me, la corsa frenetica su e giù per l'autostrada, ogni giorno, da qui a Genova, un tempo cronologico sempre più stressante, un tempo metereologico sempre più seccante: ecchecaspita! Un po' caldo-equatore, un pò nebbie monferrine, e nuvole basse, gonfie, lacrimose. Ma quando arrivano le vacanze?
E intanto qui necessitano cibi di rapida esecuzione, buoni e nutrienti, che possano soddisfare i gusti delle ragazze, che si possano trasportare in spiaggia. Sole o pioggia, siamo precettati: "in spiaggia ci aspettano, mamma!" non chiedetemi chi, vi prego!
E così, eccovi un'altra quiche. Buona, buonissima. Rapida, rapidissima!

Quiche di zucchini e pancetta.



1 conf. di pasta sfoglia
4 zucchini
2 etti di pancetta affumicata a pezzettini
3 uova
1 confezione di panna fresca
1 tazza di parmigiano reggiano grattugiato
noce moscata
sale.

Scaldare una capace padella e rosolare dolcemente la pancetta senza aggiungere grassi. Scolare la pancetta e metterla in una ciotola. Nel fondo di cottura far rosolare gli zucchini tagliati a fettine.
Disporre la pasta sfoglia in una teglia di circa 24-26 cm, rivestita di cartaforno.
Nella ciotola con la pancetta unire le uova leggermente sbattute, il parmigiano, la panna, un pizzico di noce moscata, sale. Unire gli zucchini, mescolare bene e riempire con il composto la teglia preparata. Infornare a 190° per circa 40 minuti.

domenica 12 luglio 2009

Stiamo svegli! Parfait al caffé.

Mentre me ne stavo rincantucciata nel mio angolino d'ambascia, la settimana ha pensato bene di offrire tutta una serie di eventi, di accadimenti, di occasioni di dibattito e scontro, politico e non.

Si è aperto (e chiuso) il G8, forse l'ultimo per un po' per il nostro Paese, precipitato nell'immondezzaio della derisione pubblica dei suoi governanti, scivolato in una crisi economica che non si vuol riconoscere, forse perchè non si hanno gli strumenti per affrontarla.

Primi uomini e prime donne hanno visitato le rovine d'Abruzzo, esposte alla commiserazione e alla questua, scuotendo il capo e tergendo una lacrima:ma pare comunque che i denari non saranno sufficienti. E ultimi uomini e ultime donne continueranno ad attendere in tenda.

Un tristo figuro si aggirava nella notte del suo animo torbido e dissociato ed aggrediva e violava giovani donne nei bui sotterranei di una città atterrita, di un Paese sgomento, che oggi non sa far altro che discutere sull'appartenenza politica dello stupratore.

Una legge cattiva vuol punire chi cerca, nel nostro Paese di antichi emigranti, rifugio, respiro e un po' di dignità ed equilibrio; chi si crede ormai in salvo, dopo la fuga da guerre, fame e orrore. Una legge cattiva e stupida, che condanna alla clandestinità vera, all'interdizione da scuole e ospedali, alla sottrazione dei neonati, se dichiarati all'anagrafe, alla delazione da parte di ogni ufficiale dello stato (insegnanti, medici, infermieri, ecc.). Ma non l'avevamo già visto, questo episodio abominevole della nostra storia?

Un prete denuncia un giovane - di origine marocchina - perchè "ruba" la luce, l'acqua e il gas di una stanzetta della parrocchia: con buona pace del Vangelo, di "avevo fame e mi avete sfamato", di "ero straniero e mi avete accolto". Si, è proprio vero: non lo ha aiutato, perchè bisognoso- Non lo ha sfamato o dissetato- non lo ha curato e consolato, perchè malato, solo, forse disperato. No, lo ha denunciato, perchè doveva tutelare la proprietà della chiesa ( ha detto proprio così!). Così ora il giovane è stato espulso, dal nostro Paese ormai sazio e ricco, dal Paese dal quale, fino a quaranta-cinquant'anni fa, partivano migliaia di uomini altrettanto tristi, soli e disperati, cercando altrove quel benessere che ora ci teniamo stretto, tra le dita adunche di improbabili, squallidi Scrooge.

Stiamo desti, per favore. Svegli, attenti, pronti. Vigiliamo su quel che accade, non assopiamoci all'afa umida di quest'estate così paurosa, così triste per la dignità del nostro Paese, di noi tutti.

Stiamo svegli.


E per ringraziarvi di avermi letto ancora, questa sera, vi lascio un caffè cremoso e fresco, un tonico goloso che vi aiuterà, forse, a star svegli, con dolcezza.


Parfait al caffè.
(dal corso sul gelato dello chef Angelo Principe)



per 10 persone

50g di tuorli
100 g di uova
150g di zucchero semolato
65g di caffè ristretto
250g di panna fresca

Mescolare i tuorli in una bacinella con le uova, lo zucchero e il caffè.
Cuocere la crema a bagnomaria senza mai smettere di mescolare finchè non avrà raggiunto gli 85°. Trasferitela immediatamente nella planetaria o montatela con la frusta fino a completo raffreddamento.
Con un movimento dal basso verso l'alto, unite delicatamente la panna montata e versate poi il composto negli stampini monoporzione in alluminio (o in una forma da parfait).
Trasferite in freezer per almeno sei ore.
Sformateli nei piatti e guarnite con salsa al cioccolato, panna montata o a piacere.

giovedì 9 luglio 2009

Un sospiro di sollievo e pranzo in spiaggia. Insalata di pasta.



E' vero. E' più di una settimana che manco dal blog. Me ne scuso con i miei dieci lettori.
A volte ci sembra che la vita sia frenetica. Vortica intorno e dentro di noi. Che corriamo qua e là, sbattiamo contro muri e vetrate, facciamo piani, organizziamo la vita nostra ed altrui, ci inquietiamo se le cose non vanno come le esigiamo, come le abbiamo pensate ...ogni tanto, è vero, qualcuno inciampa, o cade, o vola lontano, ma non capita a noi, mai, a noi no. E continuiamo a correre, vorticando e sbattendo, pensandoci immortali.
Poi, a volte, qualcosa ci passa accanto, un gelo feroce ci sfiora. E ci fermiamo, paralizzati da stupore e paura. E il domani sembra aria sottratta a forza, il respiro che manca; il cuore salta un battito, uno solo, ma sembra un' eternità.
Poi mani gentili ti indicano la strada, ancora aperta davanti a te. Va tutto bene. Un sospiro di sollievo. E sorridi, per un attimo. E poi riprendi a correre, ma più attenta, guardandoti intorno un poco. Osservando di più. Sbattendo meno contro le vetrate del giorno. Godendo della luce tiepida del sole, dei ciottoli aguzzi sulla riva, del gemito stridente del gabbiano. Corri. Ma più piano.

E oggi torno qui e vi lascio una ricetta rubata. Come sono sempre le ricette, in fondo. Che passano di mano in mano, di pentola in pentola. Questa l'ho rubata qui e l'ho fatta molte volte. Piace a tutte in casa, anche alla biondina venuta da lontano, che è abituata a cibi diversi, ma non disdegna certo sapori esotici, ed è la più curiosa nell'assaggio di piatti inconsueti.


Pasta fredda con salmone, melone, avocado.



350g pasta (penne, farfalle o conchiglie)
2 etti di salmone
2 grosse fette di melone
1/2 avocado
1 manciata di pinoli
succo di 2 arance
olio extra vergine di oliva
foglie di basilico



Cuocere la pasta. scolarla al dente e raffreddarla immediatamente, versandola in un largo vassoio, preventivamente refrigerato in frigorifero.
In una insalatiera capiente porre il salmone, tagliato a pezzetti, poi il melone e l'avocado tagliati a tocchetti,i pinoli ( se volete, e avete tempo, tostati un poco per rilasciare il profumo), il succo dele arance e l'olio e.v.o.
Unire la pasta raffreddata, mescolare bene e aggiungere il basilico spezzettato. Mettere in frigorifero fino al momento di servire, o nel frigo portatile se la portate inspiaggia o ad un pic nic.