martedì 29 settembre 2009

Caffé Babilonia e la zuppa di melagrana!



Questa è una ricetta che riunisce due delle mie passioni : la lettura e la cucina.
La ricetta è tratta da un delizioso libro, letto parecchio tempo fa, di Marsha Mehran , Caffé Babilonia: la storia di tre sorelle , fuggite dall’Iran komehinista , che si rifugiano in un paesino irlandese, piovoso e un po’ pettegolo, dove aprono un piccolo locale. Qui, tra profumi di spezie, colori e sapori esotici, le tre giovani propongono i piatti della loro terra lontana. Zuppa di lenticchie rosse, baklava, dolmeh, orecchie di elefante, pane lavash,e zuppa di melagrana, appunto, sono alcune delle ricette che vengono fornite dall’autrice in apertura di ogni capitolo e che si intrecceranno alle storie che si snodano nel libro: la vita in un Iran che diventa giorno per giorno più minaccioso, cupo e violento; l’orrore per le brutalità che le giovani donne devono subire; la fuga rocambolesca; lo smarrimento all’arrivo in una terra straniera; la forza d’animo, tra entusiasmi, errori, accoglienze e rifiuti, che porterà le tre sorelle a ricostruire la propria vita. Il lieto fine quasi da fiaba, chiude il romanzo, che tocca con grazia e pudore i temi della lontananza dalla propria terra, della difficoltà di integrazione, della diffidenza verso lo straniero, della capacità che hanno le persone di costruire nuovi rapporti, affetti e relazioni,e ci avvolge con il calore della speranza.
Certo Caffè Babilonia non è libro di impegno profondo, a volte scivola pericolosamente sul ciglio del “rosa”, a volte ci affonda un poco, ma recupera rapidamente, con la dignità di una lettura leggera e piacevole.

E' evidente che questa zuppa la dovevo assolutamente provare, visti gli ingredienti!
La zuppa è deliziosa!Profumata, delicatamente esotica, con un retrogusto piacevolmente agrodolce e piccantino. Davvero buonissima! La versione originale, che ho testato, non mi soddisfaceva e così ho modificato un po' dosi e tempi di cottura.

Questa è la ricetta modificata da me e a seguire quella originale dell’autrice .

Zuppa di melagrana (mia versione)





1 grossa cipolla tagliata sottile
1 cipolla piccola grattugiata
2 cucchiai di olio d’oliva
½ tazza di piselli gialli spezzati
10 tazze d’acqua, ca. 2 litri
1 cucchiaino di sale
½ cucchiaino di pepe nero macinato
1 cucchiaino di curcuma
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
2 cucchiai di foglie di coriandolo fresco tritate
1 cucchiaio di menta fresca tritata
2 scalogni freschi tritati
500 g di carne macinata di agnello
1 tazza di riso basmati
3 tazze e ½ di succo di melagrana
¼ di tazza di zucchero
1 cucchiaio di succo di lime
1 cucchiaio di polvere di angelica

In una pentola capiente fate rosolare la cipolla a fettine e gli scalogni tritati nell’olio evo. Aggiungere i piselli spezzati, l’acqua, ½ cucchiaino di sale, ¼ di cucchiaino di pepe e la curcuma. Portate ad ebollizione. Abbassate il fuoco, coprite e lasciate sobbollire per 10 minuti. Aggiungete il riso, e lasciate sobbollire per altri 15 minuti. Nel frattempo mescolate la carne con la cipolla grattugiata, il sale e il pepe avanzati; preparate delle polpettine e aggiungetele nella pentola insieme a prezzemolo, foglie di coriandolo, menta tritati. Coprite e lasciate sobbollire per altri 10 minuti. Unite il succo di melagrana, il succo di lime, lo zucchero e la polvere di angelica. Cuocete ancora 5 minuti. Servite caldo, accompagnato da una tazza di tè al cardamomo.

Zuppa di melagrana (versione M.Mehran)

2 grosse cipolle tagliate sottili
1 cipolla grattugiata
2 cucchiai di olio d’oliva
½ tazza di piselli gialli spezzati
10 tazze d’acqua
1 cucchiaino di sale
½ cucchiaino di pepe nero macinato
1 cucchiaino di curcuma
2 tazze di prezzemolo fresco tritato
2 tazze di foglie di coriandolo fresco tritate
1 tazza di menta fresca tritata
2 tazze di scalogno fresco tritato
500 g di carne macinata di agnello
1 tazza di riso
3 tazze e ½ di succo di melagrana
¼ di tazza di zucchero
1 cucchiaio di succo di lime
2 cucchiai di polvere di angelica

In una pentola capiente fate rosolare le cipolle nell’olio (e.v) d’oliva. Aggiungere i piselli spezzati, l’acqua, ½ cucchiaino di sale, ¼ di cucchiaino di pepe e la curcuma. Portate ad ebollizione. Abbassate il fuoco, coprite e lasciate sobbollire per 30 minuti. Aggiungete prezzemolo, foglie di coriandolo, menta e scalogno e lasciate sobbollire per altri 15 minuti. Nel frattempo mescolate la carne con la cipolla grattugiata, il sale e il pepe avanzati; preparate delle polpettine e aggiungetele nella pentola insieme agli ingredienti rimasti. Coprite e lasciate sobbollire per 45 minuti.

lunedì 28 settembre 2009

La ricetta del cuore. Gateau di patate.



Due post consecutivi di torte salate. Non si fa!! Lo so che queste pietanze un poco si assomigliano, ma a questa proprio non posso rinunciare. E’ una delle mie preferite.
E’ una ricetta dell’infanzia, di quelle che solo al sentirne il profumo ti senti piccola, risenti luci e voci della tua fanciullezza, affiorano in te ricordi ed emozioni sopite. E’ la pietanza delle sere d’autunno, con mamma e papà che ti chiedono di compiti e amiche, con la sorella piccina che interrompe e capriccia, con te che avverti dentro il petto la forza del mondo intiero, eppure ti senti smarrita e sgomenta.
E’ un piatto del ricordo, del cuore, che faccio spesso, nelle sere d’autunno, chiedendo di compiti ed amiche, ridendo di coccole e capricci.

Gateau (o anche gattò) di patate con prosciutto.



800 g patate
2 bicchieri di latte o 250g di panna
250g prosciutto cotto
3 uova
3-4 cucchiai di parmigiano grattugiato
Sale, noce moscata
Burro, 50g
Pane grattugiato

Lessare le patate con la buccia. Spelarle, schiacciarle con lo schiacciapatate. Unire il latte (o la panna), le uova, il parmigiano. Condire con sale e abbondante noce moscata e mescolare molto bene.
Frullare il prosciutto.
Ungere bene una teglia con il burro, spolverizzarla di pane grattugiato. Versare metà del composto e livellarlo. Fare uno strato con il prosciutto cotto frullato ( o a listarelle, o a fette, come più vi piace) coprire con il resto del composto. Livellare e cospargere di abbondante pane grattugiato. Aggiungere qualche fiocchetto di burro ed infornare a 180° per circa 45 minuti, fino a che sarà ben dorato e si staccherà dai bordi. Servire tiepido.
Si può fare in miniporzioni e servire come antipasto, magari accompagnato da una fonduta leggera.

venerdì 25 settembre 2009

Zucche dure!! Torta salata di zucca.



Ricordate la scena dello shopping di Julia Roberts e Richard Gere in Pretty Woman?? Bella, vero? Beh, lasciate perdere! Quello non è shopping! Quelle sono favole!
Ne torno da un pomeriggio di shopping intenso con le figlie, entrambe invitate ad un diciottesimo, domani sera. Avete presente, si, due ragazze che hanno bisogno di abito, scarpe e borsa e accessori vari? Avete presente una madre che trotta per tutta la città cercando di blandire, capire, escludere e consigliare, rifiutare, convicere e concedere...bene, ora sapete come sono tornata a casa...stanca morta, senza la capacità di alzare neppure un dito. Altro che preparare qualcosa per cena!



Ma sapevo che c'era lei ad aspettarmi! La torta di zucca è buonissima. E' guduriosa e consolatoria, appetitosa e amorevole!! E in più è estremamente versatile: in versione mini è fantastica come antipasto; così può essere portata ad un picnic; può diventare un secondo nutriente e gustoso, accompagnato da un'insalata fresca.
Questa ha in più la particolarità di una sfoglia home made, fatta seguendo i consigli di Michel Roux, nel suo Frolla e Sfoglia.

Torta di zucca.



per la sfoglia rapida (M.Roux)

250g farina
250g burro freddissimo, tagliato a cubetti
1 pizzico di sale
125g.acqua ghiacciata

Io l'ho fatta lavorando nell'impastatrice Kenwood, cosa che non solo velocizza il lavoro, ma non scalda l'impasto.
Ho inserito farina, sale e burro e ho azionato fino a che l'impasto è diventato grumoso. Ho aggiunto l'acqua un po' alla volta, lavorando poco l'impasto. Ho avvolto la palla dell'impasto nella pellicola e ho lasciato riposare in frigo per ca.20 minuti.
Poi ho tolto l'impasto dal frigo, l'ho steso sull'asse infarinata in un rettangolo. L'ho ripiegato in tre e l'ho girato di 90°. L'ho steso di nuovo, l'ho ripiegato ancora in tre parti. L'ho avvolto nella pellicola e rimesso in frigo per 30 minuti.
(primi 2 giri)
Ho nuovamente estratto la pasta dal frigo, ho dato altri 2 giri e l'ho riavvolta nella pellicola e messa in frigo per altri 30 minuti.
Così ho dato in tutto 4 giri alla pasta, che ora è pronta.


per la torta.

pasta sfoglia
500g di zucca pulita
1 manciata di funghi secchi
timo
1 cipolla o 2 scalogni
1 tazza di parmigiano
2 uova
60g burro
olio e.v.o.
sale, pepe


Mettere a bagno in acqua fredda i funghi secchi per farli rinvenire, poi tritarli grossolanamente e farli rosolare in olio e burro, con la cipolla (o gli scalogni) tritata. Unire la zucca tagliata a pezzettini. Rosolare qualche minuto a fuoco dolce. Unire il timo. Coprire e lasciar stufare.

In una ciotola aprire le uova e batterle leggermente, unire il parmigiano grattugiato, il sale, il pepe.
Versare la zucca stufata nella ciotola. Mescolare bene.
Foderare una teglia da crostata ben imburrata e infarinata con la pasta sfoglia.
Riempirla con il composto e infornare a 180°, in forno caldo, per circa 45-50 minuti, coprendo con un foglio di alluminio se la torta tende a scurire troppo.

giovedì 24 settembre 2009

Che fico!!!...Sformatini di parmigiano con fichi spadellati.



Oggi poche chiacchiere che sono di corsa! Vi lascio un piatto semplice e scappo un po' più in là!
E' una ricetta veloce, piccola, per un antipastino di stagione, che vede protagonisti il parmigiano e i fichi, che a noi piacciono declinati un po' in ogni modo.
Ah, un avviso indispensabile! La foto è una schifezza, ma la fotografa non c'entra. E' impegnata in una complessa versione di greco e si scusa molto. Ma ci tiene che sappiate che non è lei la responsabile...chissà perchè ha insistito tanto??

Sformatini al parmigiano

Ingredienti per 4 persone:
300 ml di latte, 50 g di burro, 30 g di farina, 100 g di parmigiano grattugiato, 2 tuorli d'uovo, 2 albumi d'uovo,sale
Inoltre:
20 g di burro e 20 g di parmigiano per gli stampini

Preparazione:
Sciogliete in una casseruola il burro con la farina aggiungete il parmigiano e il sale. A questo punto versateci lentamente il latte, e mescolate continuamente a fuoco moderato, portate a ebollizione finché la crema diventi densa. Fatela raffreddare, aggiungete 2 tuorli d'uovo, e mescolate. A parte montate i 2 albumi a neve, incorporate gli albumi nella crema di parmigiano e mescolate dal basso verso l'alto, per evitare che si smonti. Prendete degli stampini in alluminio del tipo usa e getta, imburrateli e spolverizzateli con un po' di parmigiano, riempite gli stampini con la crema di parmigiano. Mettete gli stampini in una teglia riempita con metà acqua, infornate a bagnomaria, a forno già caldo a 170° per 35 minuti.
Per servire: disponete nei piatti gli sformatini al parmigiano, e cospargete con lamelle di parmigiano. Serviteli caldi.

Guarnizione:

8 fichi ,burro 1 noce, miele di castagno, zucchero di canna , vino dolce da dessert(Passito di Pantelleria o Malvasia…)
Tagliate 4 fichi in 4 spicchi e 4 a metà.
Rosolateli per pochi minuti nel burro spumeggiante con un cucchiaino di zucchero di canna. Sfumateli con poco vino dolce.
Guarnite ogni sformatino con una fico a metà e 4 fettine, il fondo di cottura e un filo di miele di castagno.
Volendo, aggiungete qualche coccia di riduzione di vino:
ponete due bicchieri di vino dolce in una casseruola e fate bollire scoperto fino a ridurre ad un terzo .

martedì 22 settembre 2009

Farmer market, Michelle Obama and me.



o la scoperta dell'uovo fresco!

Sempre più italiani si riscoprono " contadini metropolitani " (urban gardening).
Sempre più persone, di ogni ceto e condizione economica, scoprono il piacere di coltivare frutta e verdure sui terrazzi e balconi delle nostre città, trasformandoli in piccoli orti pensili.
Anche in Italia, come già in America, sono moltissimi coloro che convertono l’arredo vegetale e floreale di giardini e terrazze in orti produttivi seminando e crescendo con amore piante di pomodori, verdura, broccoli, melanzane, peperoni, fagiolini, cetrioli, fragole. Su balconi e davanzali di molte finestre crescono le aromatiche come basilico, prezzemolo, menta, rosmarino, origano, salvia, citronella.
Anche la First lady degli USA, Michelle Obama, ha scelto di puntare sulla qualità dei prodotti biologici e di incentivare la diffusione degli orti metropolitani autorizzandola creazione di un orto nei giardini dell’ala Sud della Casa Bianca.



Se non ve la sentite di zappettare, seminare, sarchiare e concimare, almeno comprate responsabile!



Lo fa anche la First Lady degli USA: comprate nei Farmer Market, realtà affermate, ormai, in gran parte delle nostre città!



Scelta importante, perchè mangiare biologico, consumare più verdure e meno carne, e soprattutto consumare locale, non ha solo effetti positivi sulla salute umana, ma anche su quella del pianeta, diminuendo lo spostamento di grandi quantitativi di derrate alimentari da un capo all’altro del mondo, con una riduzione consistente delle emissioni. Fa bene all'ambiente e fa bene a noi.



I mercati dei contadini ci offrono prodotti biologici, locali e di stagione.



Accorciano la filiera, perchè permettono l'incontro diretto tra produttore e consumatore.







Sono luogo di socializzazione, dove fare la spesa non è più solo un atto “funzionale” ed alienante, ma un tempo riconquistato al piacere e alla socialità




Il martedi e il giovedi, nelle strade del centro di Genova, i contadini delle Valli liguri offrono i loro prodotti stagionali e le specialità del territorio.


Io compro qui da molto tempo, con fiducia, latte crudo e burro fresco, verdure e pane, frutta e farine...



Ci arrivo a piedi, faccio la spesa, giro tra i banchi, chiacchiero con i contadini e con i clienti, scambio ricette. Una sorta di slow shopping, si potrà chiamare così?

E nella vostra città, dove sono i farmer markets?

lunedì 21 settembre 2009

Il giochino dell'estate!



Ecco, forse ce l’ho fatta! Tra un minuto scade il termine del giochino più trendy, più cool , più in. Insomma del giochino più figo dell’estate. Lanciato da Ornella di Ammodomio qualche mese fa, vede coinvolti i blogger più scanzonati della rete… il soggetto è semplice ed intrigante..ma quelli che vengono a curiosare nei nostri blog, come ci arrivano? Quali sono i tortuosi (spesso), perversi (a volte) viottoli per i quali si avvicinano alle nostre pagine? Quali, in buona sostanza, le parole chiave che aprono loro i segreti profondi dei nostri preziosi diari di ex adolescenti? E soprattutto, cosa cerca l’italiano medio in Internet?
Per saperlo, occorre, oltre che avere un blog, naturalmente, munirsi di un contatore che ti permetta di risalire al refer del visitatore:cioè di scoprire le parole che ha digitato sul motore di ricerca e che lo hanno portato da te.
Io non l’avevo. Ma per partecipare a questo gioco del’estate me lo sono procurato, con enormi sacrifici! Ed ho pure imparato come diavolo funziona!
E da allora non smetto di ridere…e di preoccuparmi, anche un po’
Ma davvero decine di persone si affannano per conoscere le ricette per cucinare le meduse?
Ed altrettante vogliono conoscere quelle per cucinare le tortore?
Ma le domande sono variegate( ed a volte un po’ inquietanti):
c'è chi confessa, malinconico:
Mi piaci ma io non sono arrabbiato solo deluso: ti ringrazio, ma che ti ho fatto, bello?
Chi ti manda
due rose grazie!
o un
mazzo di fiori di mais mai visti!
e poi

Com’erano nel passato le spiagge di gallipoli? QUANTO PASSATO, SCUSA?

Che data di scadenza ci vuole sulla crostata? Ma che ne so? Tu quanti anni fa l'hai cucinata?

Pina colada gradi? Bimbo, per me bella forte, grazie!
Le barbe del finocchio si mangiano? No, si mandano dal barbiere, prima di cucinarli!
Dolce al cioccolato per colazione in polvere: ma in polvere cosa vuoi, il cioccolato o proprio la colazione?
Quanto costano le fave al mercato? di questa stagione, carucce!!

Quanto dura parfait? ..ehm, preferirei non rispondere...

Foto di negroni? questa non è una domanda politically correct!!
Bastoncini dei ghiaccioli? giuro, non li ho buttati io in terra!!
Sarde a beccafico leggere ah ah ah ! Ora dico! Ma se devi star leggero fatti un riso in bianco!!
Frigo pieno eh, beato te!
Gnocchetti di Montecristo, ora, io l'ho letto,il Conte dico, ma di gnocchetti non mi pare che ne parlasse? O no??
Fagioli del papa no, guarda hai sbagliato blog...non ho contatti con il Vaticano io...vai a cercare più in là!
Ah certo poi ho imparato anche cose che non sapevo. Per esempio mi domandavo perchè tanti cercassero Melagrana Giorgia...e poi ho scoperto essere una bella signorina, ehm ehm..altro che la torta per una diciottenne!
o che
vasa vasa gela to non era la nuova Haka di una squadra di rugby locale, ma una gelateria del Nord Ovest
Non si finisce mai di imparare!!!
E di giocare...

Cioccolato a colazione! Tortini di cioccolato dal cuore morbido.



Mi ci vuole di più per affrontare inizio settimana e primo giorno d'autunno tutto in una volta.
Non mi basta il solito caffè, preparato ad occhi chiusi, mentre recito come un mantra le cento cose che ci si aspetta che io faccia o risolva, possibilmente nelle prime ore di questo grigio lunedì.
Ficcata a testa in giù nel congelature a pozzo, che mi sento la strega della favola di Hansel e Gretel che si sporge nella stufa, prego che nessuno mi ci spinga dentro..oplà la mamma surgelata, e recupero in fondo, ma proprio in fondo ( e dove se no, con la fortuna tipica del lunedì mattina)ciò di cui ho bisogno: niente di strano, traquilli, ma che avete pensato? solo tre piccoli stampi d'alluminio, chiusi in un sacchetto, e pieni di energia e coccole allo stato puro. Due per le mie figlie (chissà se le farà diventare più dolci) e uno per me...con questo posso affrontare tutto, anche un lunedì d'autunno grigio ed umido, in cui correre a ritirare i libri di scuola e la coda per i documenti all'INPS e la spesa e...

P.S.La foto NON è opera della fotografa, che al mattino presto si sta preparando per andare a scuola e, giustamente, non vuole essere scocciata!!


Tortini di cioccolato.


100 gr di cioccolato fondente, 100 gr di burro, 80 gr di zucchero, 2 uova, 20 gr di farina, cacao per gli stampini, vanillina

Imburrare e infarinare con il cacao quattro stampini in alluminio da porzione. Metterli in freezer.
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria con il burro e lo zucchero, sbattendo bene con una frusta.
Fare leggermente raffreddare e incorporare le uova una alla volta.
Aggiungere in ultimo la farina setacciata.
Mettere il composto negli stampini e tenerli nel congelatore per tre ore circa.
Riscaldare il forno a 220° e infornare gli stampini congelati.
Cuocere per dieci minuti.
L'esterno sarà cotto, l'interno morbidissimo.

venerdì 18 settembre 2009

Un dessert per la domenica. Mousse di pere in tazzine di cioccolato.


Intendiamoci subito. Le tazzine di cioccolato NON le ho fatte io! Le ho comprate qui luogo di delizie e perdizione!!
Oggi sono stanca. La passata di pomodoro è chiusa nelle molte bottiglie, salse e marmellate stan finendo la loro sterilizzazione. La mia cucina sta lentamente tornando ad assumere l'usuale aspetto, di cucina, appunto, e non di mercato rionale!
Non ho molta voglia di cucinare, stasera. Vi lascio quindi una piccola golosa dolcezza, adatta come pre-dessert, o come coccola di mezzanotte. E' una ricetta scovata, molti anni fa, su una Cucina Italiana del 2000 o giù di lì! L'ho un po' modificata, ma poco, e solo nell'esecuzione: l'originale prevedeva un'aggiunta di colla di pesce al composto freddo e poi la suddivisione della mousse dopo due ore di raffreddamento. Ho provato e mi veniva una schifezza. Così mi riesce meglio!

INGREDIENTI


pere g 500
panna fresca g 300
colla di pesce g 6
8 tazzine di cioccolato fondente
grappa alle pere
burro
zucchero
Guarnizione: fettine di pera , lamponi


Pelate le pere, riducetele a tocchetti e rosolatele in padella con una noce di burro. Non appena avranno preso colore spolverizzatele con un cucchiaio di zucchero e lasciatele cuocere a fiamma vivace per un paio di minuti ancora, finché non si sarà formato uno sciroppo.
Distribuitele su un vassoio e lasciatele intiepidire qualche minuto.. Ammollate la colla di pesce in poca acqua fredda, strizzatela leggermente e fatela quindi sciogliere in un tegamino. Frullate le pere e unitevi la colla di pesce sciolta.
Infine incorporate la panna, già montata con un cucchiaio di grappa alle pere, mescolando lentamente e con delicatezza. Fate raffreddare completamente, poi distribuite la mousse, prima che si rassodi completamente, nelle tazzine di cioccolato Trasferite il composto in frigorifero, quindi lasciatevelo per 2 ore.
Servite le tazzine di cioccolata in piattini individuali, guarnire a piacere con delle sottili fette di pera e qualche lampone ( o altri frutti di bosco).

giovedì 17 settembre 2009

Triglie al Pigato, con passata di fagioli di Pigna e riso Venere con pinoli al pesto di finocchietto.



Vi è piaciuto il titolo? Pomposo, elaborato e chilometrico.
Bene, ho impiegato più tempo a concepirlo e scriverlo che a preparare questo piatto. Che è nato, anche lui, in fretta, stamattina al mercato, in piedi davanti al banco del pesce. C'erano queste triglie magnifiche, sode, dalle scaglie lucide e compatte. Decisione immediata. Alcune certezze: piatto unico; non mi parlate di pomodoro che mi viene il malumore; un po' di profumo di finocchietto che mi piace da morire; devo far fuori ciò che resta del pacchetto di riso Venere, da troppi giorni aperto in dispensa.
Ecco quel che ne è venuto fuori.
E per oggi mi fermo qui. Voi non ci crederete, ma ho ancora conserve da terminare!


Triglie al Pigato, con passata di fagioli di Pigna e riso Venere con pinoli al pesto di finocchietto.



triglie grandi, 8
Pigato della Riviera di Ponente, 1 bicchiere
fagioli di Pigna, 150g
finocchietto selvatico
riso Venere, 200g
pinoli, 50g
una cipolla piccola
burro, una noce
brodo, 2 tazze
pesto di finocchiettto selvatico
aglio
olio e.v.o


La sera precedente mettere in ammollo i fagioli. Il giorno dopo lessarli in abbondante acqua con uno spicchio d'aglio, sale, finocchietto selvatico.
Scolarli e frullarli, aggiungendo poco olio e.v.o. Tenere da parte.

In un tegame far sciogliere il burro con poco olio. Far rosolare la cipolla tritata, poi mettere il riso a tostare. Sfumare con 1/2 bicchiere di Pigato, unire i pinoli, leggermente tostati a parte in un padellino antiaderente, coprire con il brodo e portare a cottura.

Nel frattempo pulire le triglie e sfilettarle. In una padella scaldare poco olio, unire uno spicchio d'aglio e qualche rametto di finocchietto. Cuocere i filetti di triglia 3 minuti dalla parte della pelle, poi dall'altro lato per un minuto. Sfumare con l'altro mezzo bicchiere di Pigato. Salare e togliere dal fuoco.

Versare a specchio nel piatto la crema di fagioli di Pigna.
Disporre il riso nel piatto, aiutandosi con un coppapasta rotondo.
Guarnire con un cucchiaino di pesto di finocchietto e un rametto di finocchietto fresco.
Accostare i filetti di pesce, nappandoli con il fondo di cottura.

mercoledì 16 settembre 2009

Desperate housewife! Faraona d'autunno con finte pere di patate ai funghi:


foto internet)

Mi spiegate perchè quando si dice "conserva di pomodoro, marmellate e confetture" l'immagine che ci appare è quella di una graziosa signora avvolta negli aromi più squisiti, mentre ordinate file di barattolini, ripieni di mille bontà, si allineano ordinati e graziosamente guarniti, sugli immacolati scaffali della linda cucina?
Sono tre giorni che combatto con quasi 200 Kg di pomodori, che rifiutano categoricamente di trasformarsi in passata, poichè più ne cuocio, ne passo, ne imbottiglio, più sembrano moltiplicarsi, in una specie di miracolo alla rovescia. La mia cucina sembra un mercato ortofrutticolo in piena riorganizzazione: peperoni, cipolle, carote, erbe odorose e melanzane occhieggiano dalle loro cassette, sfidandomi a domarle! Continuo ininterrottamente a lavare pile di casseruole, mentre due mostruose, gigantesche pentole da ristorante ribollono, sterilizzando i barattoli già colmati. Ho la schiena dolorante e l'aroma di un San Marzano: nello sguardo ironicamente compassionevole delle mie figlie leggo ma chi glielo fa fare ? E oggi la fotografa me l'ha proprio chiesto: ma non si possono comprare, i barattoli di conserva, come fan tutti? Ho iniziato a spiegare della bontà, la genuinità, il risparmio..ma dopo le prime tre parole bofonchiate, ho visto quel lampo di sarcasmo e di pietà, mi è partita una fitta alla schiena e ho detto "Sgrunt!". Ma lei ha capito!

Così, questa sera, ho sospeso l'alacre impegno di operosa formichina e ho preparato alle ragazze un piatto ben cucinato ( da due giorni mangiamo un po' così!) e piuttosto intonato con questo tempo piovoso, autunnale ed anche un po' freddino.
Ho trovato le ricette, parecchi anni fa, su Cucina Italiana e A Tavola.
E io le faccio così.

Faraona d'autunno con finte pere di patate ai funghi.



per la faraona:

1 faraona di circa 1kg
tè nero, una tazza grande.
uva bianca e nera, 200g
1 mela grande
olio e.v.o.
burro
sale e pepe

Pulite e asciugate la faraona. Salatela sia all'inteno che all'esterno e fatela rosolare uniformemente, in olio e burro, in una casseruola che possa andare in forno.
Trasfritela in forno caldo, a 180°, e cuocetela per circa 45', bagnandola regolarmente con il té nero (nella ricetta originale il té era mescolato a brodo, ma io lo preferisco così). A cottura ultimata togliere la faraona dal forno, estraetela dalla teglia e tenetela al caldo.
Unite al fondo di cottura gli acini d'uva lavati e la mela sbucciata e tagliata a spicchi. Salate, pepate e fate restringere la salsa a fuoco basso, mescolando. Tagliate la faraona a pezzi e servitela con la frutta e la salsa di cottura.


per le finte pere:

patate, 600g
funghi porcini, g 100 ca.
1 tuorlo
parmigiano
aglio
timo
olioe.v.o.
noce moscata,sale,pepe
Impanatura: pane grattugiato g 80,2 uova,farina g 50,latte 1 cucchiaio


Lessate le patate in abbondante acqua, pelatele e passatele nello schiacciapatate. Mescolatele con sale, pepe, una grattugiata di noce moscata, i tuorli e un cucchiaio di parmigiano grattugiato. Tritate grossolanamente i porcini. Scaldate 1 cucchiaio di olio con 1 spicchio di aglio, aggiungete i funghi e fateli saltare a fuoco vivace per 5'. Spegnete, salate, pepate e profumate con qualche foglietta di timo. Modellate l'impasto di patate a forma di pere e farcitele con i porcini. Impanatura: battete le uova, senza montarle, con 1 cucchiaio di latte. Passateci dentro le "pere", poi infarinatele. Ritrasferitele nell'uovo, quindi impanatele nel pane grattugiato e ripassatele un'ultima volta nell'uovo. Foderate una teglia con carta da forno, appoggiateci sopra le "pere", quindi infornatele a 180°C per 10' circa. Prima di servire, aggiungete ad ogni "pera" una piccola foglia di alloro.

martedì 15 settembre 2009

Viaggio in Salento (Seconda parte. Otranto)


Come sempre, alterniamo giorni di assoluto relax in spiaggia a giornate di viaggio e scoperta.
Oggi ci dirigiamo verso Otranto, percorrendo tranquille la splendida litoranea.



A pochi chilometri da Leuca ci fermiamo ad ammirare il Ciolo.



Da Gagliano del Capo, in alto sul monte alle spalle di Leuca, si apre una profonda gravina che raggiunge il mare, formando una piccola caletta di ciottoli; le due sponde del profondo canyon sono unite da un ponte, dal quale i ragazzi più temerari e spericolati provano l’ebbrezza di tuffi mozzafiato.


(il signore qui sopra non sta camminando sulle acque, ma compiendo un tuffo.. di piedi!!!)




( e nella confusione dei tuffi...qualcuno, sereno, pesca!)

Il Ciolo prende il nome dall’omonima grotta e che è visitabile solo dal mare: nel dialetto salentino “ciola” significa gazza o corvo, uccelli che frequentemente si nascondevano lungo queste grotte costiere.

Sulla costa scoscesa si nascondono bellissime costruzioni, frutto di sapienti restauri di antiche pajare, semplici “stazzi” che i contadini usavano un tempo: oggi sono splendide ville per vacanze o resort raffinati.



Lungo tutta la litoranea, cornice dello splendido parco “Costa d’Otranto-Leuca-Bosco Tricase”, sorgono le antiche Torri Costiere, affacciate sul mare, risalenti per la maggior parte alla seconda metà del XVI secolo.



Molte di esse, vennero edificate per difendersi dalle incursioni dei pirati che giungevano dall'Albania, dalla Dalmazia e dalla Grecia, secondo un progetto del viceré Pedro di Toledo. Le torri costiere potevano essere di due tipi ed avevano funzioni diverse. Le torri di difesa, erano a pianta rettangolare ed erano dotate di catapulte ed armi da fuoco, le torri di avvistamento presentavano una pianta cilindrica.
Sul finire del 1500 in tutto il territorio pugliese ne furono censite quattrocento.

E splendide masserie fortificate fanno capolino da centenari alberi di fichi.



Verso Otranto il panorama è più dolce: la costa si abbassa e si protende, quasi, a cercare l'oriente, che permea di sè questa zona raffinata e sensuale del Salento.



E Otranto ci accoglie con il suo fascino levantino e con messaggi d'amore,



con la possanza del suo castello aragonese, che diede il nome alla celebre opera di Walpole, primo romanzo gotico della storia.



Affascinante e orientale, profumata di salsedine e gioiosa di luce, Otranto è splendida, nei suoi vicoli chiari, che portano ad un mare già mediorentale,




nelle sue piazze luminose




nelle sue ampie scalinate bianche



nelle sue case candide, accecanti nel sole del mezzogiorno, che immaginiamo fresche ad accoglienti,dietro le gelosie marine, nel segreto dei giardini interni.




L'imponente bellissima Cattedrale custodisce al fresco delle sue ampie navate tesori preziosi e le spoglie di coloro che furono trucidati durante l'invasione turca del 1480.


Una musica struggente, il suono ammaliatore e nostalgico della fisarmonica, ci chiama nell'ombra di un vicolo e ci sbatte in faccia la realtà brutale che l'estate non è vacanza per tutti.



Non tutti riposano, nell'ora della siesta, dietro le gelosie cautamente sollevate: bisogna controllare chi va' e chi viene!



Passeggiando nel centro della città ci incantiamo davanti a negozietti tentatori, ricolmi di prodotti tipici, profumati di spezie e finocchietto.



Restiamo stregate dal sortilegio dell'ampia distesa del mare, immaginando partenze antiche, attese sognanti di fanciulle, promesse di amanti...ci vuol poco ad essere romantiche!




E il nostro viaggio continua.