venerdì 1 maggio 2009
Ciao Lucrezia..
Ti ho portato in casa una mattina.
Eri in un cestino, ornato da un immenso fiocco rosa. Eri un dono vivo per la mia , allora unica, bimba. Hai subito dimostrato il tuo carattere: determinata, dolcissima, fiera, dignitosa.
Eri una cucciola minuscola:hai girato per casa rapidissima e ti sei nascosta sotto l'antica vasca con le zampe, quella dove faceva il bagno la bimba. Ci hai messo un po' ad uscire di là sotto: poi hai creduto alla mia voce, alle mie promesse.
E non le abbiamo mai tradite.
Per tanti anni, al mattino appena mi svegliavo ed entravo in cucina a farmi il caffè, ti sfregavi piano sulle mie gambe, con affetto e discrezione. Mi saltavi in grembo, mentre lo bevevo:i nostri dieci minuti di tranquilla intimità, prima che la casa si svegliasse, che le ragazze entrassero, rumorose ed allegre, nella giornata.
E con la stessa dignità, la stessa discrezione, te ne sei andata,l'altra notte, accanto a me che vegliavo l'inizio del tuo nuovo viaggio.
Ciao, Luchy.
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